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Centro Emys del Piemonte, ovvero passione tartaruga!

Passione, amicizia e impegno. Sono questi gli ingredienti della storia che hanno visto far nascere il Centro Emys del Piemonte che tutela la testuggine palustre. Una storia che ci siamo fatti raccontare direttamente dai protagonisti. 

  • Raffaella Amelotti, Lorenzo Vay
  • Novembre 2020
  • Venerdì, 18 Dicembre 2020
Tartaruga palustre e Centro Emys visto da un drone | Foto di Riccardo Cavalcante e Silvia Fiore Tartaruga palustre e Centro Emys visto da un drone | Foto di Riccardo Cavalcante e Silvia Fiore

Il Centro Emys Piemonte nasce "dalla passione e dalla competenza di Riccardo Cavalcante, giovane naturalista e bravissimo fotografo", così come lo ha presentato Emanuele Biggi, conduttore del programma televisivo GEO, e ospite d'eccezione all'inaugurazione del Centro di Castell'Apertole, a Livorno Ferraris, avvenuta nel settembre del 2018.

Sono passati due anni da quel giorno, e la stima nei confronti di Riccardo non ha potuto fare altro che crescere: il suo ruolo è stato centrale nella realizzazione di misure atte a preservare la testuggine palustre,Emys orbicularis, ormai quasi scomparsa dai nostri corsi d'acqua.

Obiettivo raggiungibile grazie alla creazione di un habitat protetto, in cui gli esemplari sono in grado di giungere alla riproduzione, e, dopo i primi anni di vita, vengono rilasciati in natura.

Molto più di una passione

Ma andiamo con ordine. Riccardo è sempre stato un naturalista appassionato di rettili, anfibi, ragni: i testi dedicati all'erpetofauna gli hanno fatto conoscere la testuggine palustre e, con l'attività di volontariato, svolta dal 2012 al 2016, con Daniele Seglie, ha approcciato i primi esemplari di Emys orbicularis durante i monitoraggi presso la Riserva naturale di San Genuario. Lo stato di conservazione della specie era davvero critico e l'agro-ecosistema delle risaie e delle zone umide richiedeva un intervento pratico: è così che Riccardo ha compreso che era giunto il momento di agire per garantire la conservazione di una specie tanto minacciata.

La creazione dell'Associazione Docet Natura, insieme a Renzo Aimaro, apicoltore di Livorno Ferraris molto interessato alle tematiche ambientali, è stato il primo passo compiuto circa cinque anni fa per realizzare un sogno oltre che per avviare un'iniziativa economica intorno alle questioni ambientali.

Il Comune di Livorno Ferraris, in quel periodo, collaborava a un progetto sulle reti ecologiche condotto dalla Provincia di Vercelli, e così, grazie a un avanzo di spesa e a una variante di progetto, Riccardo e Renzo sono riusciti a realizzare fisicamente le prime strutture di quello che sarebbe diventato il Centro Emys Piemonte.

L'avventura con le testuggini inizia con il recupero di tre esemplari che vivevano in luoghi poco vocati e fortemente minacciati.

Lo scopo del Centro è proprio quello di tutelare la Emys orbicularis, che è ad alto rischio di estinzione locale a causa di vari fattori. La perdita e la frammentazione degli habitat, l'inquinamento e l'introduzione di specie esotiche invasive sono senza dubbio i fattori che più minacciano la sopravvivenza della specie. Il Centro di riproduzione nasce con l'obiettivo di compensare lo scarso successo riproduttivo riscontrato in natura nel nostro territorio.

Com'è fatto il centro Emys 

All'interno di una nursery esterna, si è ricreato l'habitat palustre gradito alle testuggini:due vasche ospitano i gruppi riproduttori, mentre nelle altre due vasche vivono i giovani da 1 a 2 anni e da 2 a 3 anni. Dopodiché, le testuggini vengono liberate in natura, in luoghi idonei alla loro sopravvivenza, quale l'area umida progettata ad hoc presso il Centro o siti che, in collaborazione con l'Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino, sono oggetto di preventivi interventi di riqualificazione ambientale.

Nel biennio 2016-2018 sono stati introdotti i primi due gruppi riproduttivi nelle vasche: si trattava di animali provenienti da piccoli nuclei che abitavano aree ostili e molto pericolose poco distanti dal Centro. La loro cattura è avvenuta utilizzando nasse e l'analisi di campioni di sangue eseguita dalla dottoressa Anita Rodriguez, responsabile del laboratorio di genetica del MUSE di Trento, ha certificato questi individui come Emys orbicularis hellenica, sottospecie presente nella Pianura padano-veneta e sulla costa orientale della penisola italiana.

Come si preparano all'inverno?

Nel Nord Italia, le testuggini a settembre smettono di alimentarsi e a ottobre entrano in letargo. Con le giornate di caldo anomalo di inizio novembre alcune, percependo l'aumento di temperatura dell'acqua, si sono svegliate e hanno iniziato a termoregolare al sole per riattivare il metabolismo. L'interruzione del letargo non è positiva perché l'attività che ne consegue provoca un dispendio di energie non più integrabili con l'alimentazione: non fa abbastanza caldo per alimentarsi e per digerire, dunque, svegliandosi consumano le riserve di grasso che dovrebbero essere sufficienti per trascorrere il periodo di letargo. Questo può compromettere la sopravvivenza degli esemplari debilitati nelle prime fasi del risveglio primaverile.

Anche le testuggini che abitano le vasche del Centro vanno in letargo; per aumentare le probabilità di sopravvivenza, solo le piccolissime nate tra agosto e ottobre vengono tenute sveglie negli stabulari del laboratorio presso la Riserva Naturale di San Genuario con una lampada spot riscaldante che mantiene la temperatura corporea sui 30° C e la temperatura dell'acqua intorno ai 24° C. Inoltre, le lampade UVB consentono agli animali di attivare il metabolismo del calcio.

Sono animali che, una volta cresciuti, sono rilasciati in natura, dunque devono essere in grado di sopravvivere nel proprio habitat.

Proprio per questo motivo, le vasche esterne sono allestite in modo da ricreare le condizioni naturali delle aree palustri con le specie vegetali e la fauna acquatica (rane, larve di libellule e altri insetti) di cui le testuggini possono cibarsi in maniera autonoma. Solo una-due volte la settimana, gli operatori integrano il cibo, soprattutto per evitare il depauperamento eccessivo delle riserve naturali a disposizione.

Le attività del Centro Emys

Il Centro Emys Piemonte promuove programmi di ricerca e di didattica oltre che azioni di tutela in sinergia con l'Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino, con cui è attiva una convenzione per la gestione delle sale del laboratorio presso la Riserva naturale di San Genuario. Prezioso il contributo nell'ambito del progetto "Riqualificazione di boschi e zone umide di Siti Natura 2000 in area planiziale" inserito nel PSR 2014-2010 svolto con Daniele Seglie: lo scopo del programma è il miglioramento delle condizioni ambientali e lo studio delle dinamiche e delle criticità che affliggono le popolazioni locali di Emys.

Il Centro è diventato un punto di riferimento importante per la didattica ad ogni livello: dalle scuole all'università, oltre che per corsi amatoriali e professionali di fotografia.

Riccardo Cavalcante e Daniele Seglie seguono direttamente i tesisti nel loro lavoro di ricerca ottenendo ottimi risultati: uno dei lavori ha ricevuto il riconoscimento come una delle migliori tesi dell'anno in cui è stata discussa!

La presenza di Renzo Aimaro è un valore aggiunto per le attività didattiche svolte dall'Associazione Docet Natura: non si parla solo di testuggini ma anche di api attraverso una cabina esagonale trasparente, chiamata "la casa delle regine", attraverso la quale i visitatori possono vedere com'è la vita all'interno dell'arnia e quali sono le attività svolte dall'apicoltore.

La funzione didattica contribuisce al sostentamento del Centro Emys: il Comune di Livorno Ferraris versa un contributo annuale che viene in parte utilizzato per l'acquisto di materiale di consumo (lampade, filtri, attrezzatura per gli acquari e cibo) e per garantire le attività di educazione ambientale svolte presso il Centro dalla scuola di Livorno Ferraris.

Da un paio di anni è attiva la collaborazione con il Parco Pallavicino di Stresa, che ospita un piccolo nucleo di giovani testuggini oltre a fornire un sostegno economico per proseguire le attività.

Tra i sostenitori riveste un ruolo fondamentale anche il Parco del Babi di Castell'Apertole che ha messo a disposizione il terreno per la realizzazione del Centro ed eseguito i primi lavori di scavo degli invasi.

Infine, non manca l'aspetto romantico nel progetto di tutela e conservazione della testuggine. Porta il nome di Silvia Fiore, laureanda in scienze biologiche, vicedirettrice del Centro Emys e compagna di Riccardo, che di lei dice: "Silvia è la sola in grado di sostituirmi in tutte le mansioni di cura degli animali. Senza di lei sarei rimasto solo nella gestione del progetto dal 2017. Le sono molto grato."

"Come Associazione - continua Riccardo - stiamo aggiornando il direttivo, dando spazio a giovani competenti e volenterosi per consentire di sviluppare più approfonditamente gli aspetti di ricerca e didattica, con l'aiuto prezioso di Giacomo Bozzolino, Alessandro Lago e Matteo Polo, una task force per incrementare ulteriormente i risultati dell'associazione."

La soddisfazione maggiore? Riccardo non ha dubbi al riguardo: il fatto che, al termine delle attività didattiche, in ogni classe, ci sia sempre almeno uno studente che esclama "Da grande, voglio fare il tuo lavoro!".

Pagina Facebook @CentroEmysPiemonte 

  

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