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Amici con le ali? Basta diventare birdwatcher!

La Lipu, sezione torinese, inaugura un nuovo corso di avvicinamento al birdwatching: un'occasione per scoprire questa appassionate attività e per ripercorrerne le origini.

  • di Riccardo Ferrari *
  • Venerdì, 8 Marzo 2019
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Birdwatching sul campo (Foto R. Ferrari) Birdwatching sul campo (Foto R. Ferrari)

Il 1982 è probabilmente ricordato dai più per il terzo titolo mondiale conquistato dagli azzurri del calcio. O forse, per gli appassionati di tecnologia, per la nascita del compact disc.

Ma quell'anno è stato storico anche per gli italiani, appassionati di natura, per un motivo ben diverso: la Lipu, che già da quasi trent'anni lottava contro il bracconaggio e la caccia selvaggia, portava in Italia un'attività che oltralpe era già conosciuta da tempo: il "berduoccin". Così era traslitterata la strana parola anglosassone che, come spesso accade per questa lingua, sintetizza in un singolo vocabolo una pratica semplice ma al contempo complessa, che coinvolge tutti i sensi, che fa imparare a leggere l'ambiente naturale e che, soprattutto, ci fa appassionare alla biodiversità di cui siamo parte: l'osservazione degli uccelli in natura.

La diffusione del birdwatching

Il birdwatching (si scrive così!) ha cominciato a far parte del gergo dei naturalisti italiani grazie a corsi, seminari, attività nelle scuole, varie iniziative che la Lipu ha importato in Italia dai "parenti" inglesi, facendo appassionare sempre più persone all'osservazione, riconoscimento e conoscenza degli uccelli nel loro ambiente naturale. Perché proprio di questo si tratta: innamorarsi degli uccelli per imparare a conoscerli e coglierne, oltre che il nome, anche e soprattutto l'importanza ecologica, fino a volerne la protezione dalle mille minacce che possono impedirne il volo: caccia e bracconaggio, ma anche perdita di habitat, consumo di suolo, fino ai cambiamenti climatici che sono i grandi nemici del popolo alato. E che, peraltro, se guardiamo al di là del nostro naso, o del loro becco, sono le minacce all'intera biodiversità, di cui l'uomo troppo spesso dimentica di far parte.

L'attività del birdwatcher

L'attività del birdwatcher (o birder) è diventata così parte fondamentale del processo che, a partire dalla raccolta dei dati sul campo, attraverso analisi statistiche, correlazioni e algoritmi più o meno complessi, ha consentito di comprendere lo stato di salute delle popolazioni e delle specie, e quindi degli ambienti naturali che le ospitano. Ecco che da curiosi di natura e osservatori, magari anche occasionali, i birdwatcher sono diventati – e diventano - il motore delle attività di conservazione delle specie e degli habitat; la semplice osservazione di alcune specie è la base di partenza per definire le corrette politiche di conservazione e di tutela del territorio. Un'attività che apparentemente è così specialistica diventa così il fondamento per quanto di più importante e strategico ci sia: la tutela dell'ambiente da cui dipendiamo per la nostra stessa sussistenza.

Un'attività che appassiona

Da quel lontano 1982 sono centinaia le attività, i corsi, le conferenze e i convegni che sono stati dedicati all'osservazione degli uccelli e, grazie a questi eventi, centinaia di migliaia le persone che si sono avvicinate e appassionate al mondo del birdwatching e alla conoscenza della natura in generale.
Il Piemonte è una regione storicamente all'avanguardia nella protezione del territorio e in campo ornitologico vanta illustri figure del passato e del presente: basti ricordare l'ornitologo ed entomologo piemontese Franco Andrea Bonelli, vissuto tra il Settecento e l'Ottocento, che con la sua opera ha posto le basi dell'ornitologia italiana e sabauda. A lui è intitolata la rara Aquila di Bonelli (Aquila fasciata) nonché il genere bonellia, un gruppo di invertebrati marini studiati da un altro storico faunista torinese dell'Ottocento: Luigi Rolando. Proprio a Franco Andrea Bonelli è intitolato il Gruppo Piemontese Studi Ornitologici, la principale associazione di ricercatori in ambito ornitologico che opera nella regione piemontese.

I corsi della LIPU, sezione di Torino

Anche le sezioni della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) piemontesi sono molto attive nel proporre le più svariate e interessanti iniziative di divulgazione e di conservazione incentrate sul birdwatching, o comunque sul corretto approccio alla conoscenza del mondo naturale: perché, come tutte le attività, se le si pratica col supporto di persone esperte si fatica meno e si apprende di più, oltre agli indubbi vantaggi della condivisione e, perché no, del divertimento.
Nel capoluogo torinese, dove la Lipu è presente da più di 35 anni, centinaia di cittadini hanno imparato a girare col binocolo al collo e con il naso all'insù grazie ai corsi di birdwatching; ne sono stati organizzati quasi una decina nel corso degli anni, oltre alle centinaia di conferenze, lezioni nelle scuole ed escursioni dedicate ai nostri alati vicini di casa.

A tale proposito, questa primavera, il birdwatching ritorna alla Lipu di Torino con una nuova edizione del corso introduttivo: cinque incontri rivolti soprattutto ai neofiti, ma anche a chi ha già una certa esperienza e vuole approfondire l'argomento.
Tutte le informazioni sono sul sito web dell'associazione www.liputorino.it  oppure per domande specifiche si può contattare la sezione all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Scarica la locandina del corso introduttivo al Birdwatching organizzato dalla Lipu - Torino. 

* Riccardo Ferrari è "Delegato della Lipu di Torino e Consigliere della Lipu nazionale

 

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