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Quanto sono 'social' i parchi?

Comunicazione e parchi. Un binomio sul quale ci si interroga spesso, chiedendosi se gli Enti che gestiscono le aree protette riescono a veicolare e divulgare messaggi importanti, come l'importanza della biodiversità e della sua tutela. Per approfondire il tema, ma soprattutto per comprendere l'uso che viene fatto dei nuovi media, incominciamo un viaggio tra i parchi che li sanno usare meglio, e che possono essere esempio per tutti. Cominciamo con il Parc National de la Vanoise

  • Andrea Virgilio
  • Aprile 2017
  • Lunedì, 3 Aprile 2017
Quanto sono 'social' i parchi?

"La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie" (J.M. Keynes)


Nel periodo attuale, caratterizzato da una carenza cronica di risorse legata alle finanze pubbliche che si ripercuote sulle attività degli Enti Parco, trovare forme e modalità che consentano di raggiungere un pubblico ampio e promuovere la propria mission e le proposte, risparmiando sui fondi a disposizione, è sempre più complesso. Oltre alla carenza di risorse si aggiungono anche i riferimenti normativi, sempre più restrittivi per quanto riguarda le spese di pubblicità. Utilizzare mezzi di comunicazione come carta stampata o televisione per le proprie attività di comunicazione istituzionale, rimane quindi una strada difficilmente percorribile.

Oltre agli aspetti economici è necessario valutare anche quelli tecnologici e sociali: Internet è diventato il mezzo di comunicazione più utilizzato e la diretta evoluzione è il Web 2.0, ovvero la possibilità di interagire tra siti web e utenti, in una comunicazione bi-univoca. Social network, blog, siti di recensioni, sistemi di pagamento online sono ormai realtà consolidate con cui anche le pubbliche amministrazioni devono confrontarsi, nel caso dei parchi a maggior ragione, in quanto destinazioni turistiche.

Una delle caratteristiche fondamentali dei social è l'utilizzo e la condivisione di foto e video, la scelta e la creazione di contenuti accattivanti sono alla base del successo di un profilo. Ma non bastano la bellezza di foto o riprese video a rendere virale un contenuto, è necessario che gli stessi veicolino un messaggio.

Un ottimo esempio ci viene fornito dal Parc National de la Vanoise, l'area protetta transalpina ha realizzato recentemente un breve cartone animato dal titolo "I love gipeto, I protect Gipeto", in pochi minuti di animazione sono riusciti a concentrare due importanti messaggi, l'importanza di non disturbare i gipeti nelle fasi di costruzione del nido, della schiusa e delle cure dei genitori sino all'involo, e la necessità di rispettare la zona di nidificazione da parte di fotografi, praticanti dell'arrampicata etc

Rrisultato? Solo sul profilo facebook della Vanoise oltre 13.000 visualizzazioni e 330 condivisioni del video. Senza contare che la versione italiana è stata rilanciata da moltissime aree protette (Stelvio, Gran Paradiso, Alpi Marittime...) diffondendo ulteriormente il messaggio.

Con un linguaggio semplice e diretto i francesi sono statai capaci di coinvolgere il pubblico facendo allo stesso tempo informazione e comunicazione, in questo modo i limiti imposti per difendere una specie delicata come il gipeto, vengono assimilati dai fruitori facendoli a loro volta ambasciatori del messaggio.

'Bravò ai cugini transalpini!' ;-)

 

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