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Piemonte Parchi cambia direzione responsabile e diventa più social

Dopo l'esperienza cartacea e il 'salto' sul web, proviamo a rendere Piemonte Parchi più social continuando a scrivere la storia di una testata che dura da oltre trent'anni

  • Emanuela Celona
  • Febbraio 2017
  • Martedì, 21 Febbraio 2017
Piemonte Parchi cambia direzione responsabile e diventa più social

La prima volta che ho sfogliato la rivista (allora cartacea) fu in occasione di un Salone del Libro, a Torino ed era in distribuzione allo stand della Regione Piemonte. Al tempo, stavo scrivendo la tesi di laurea in Scienze della Comunicazione, che niente c'entrava con l'ambiente e i parchi, ma rimasi colpita dalla ricercatezza fotografica del giornale e dalla spettacolarità delle sue immagini: un racconto sulla natura che spaziava tra animali, ambienti, fino ad arrivare a curiosità del territorio. E ricordo che pensai: "Sarebbe bello scrivere per una rivista come questa...".

L'occasione si presentò non molto tempo dopo, quando giunsi nella redazione di Piemonte Parchi per uno stage post-laurea, oramai (quasi) 20 anni fa. Mi accolse Gianni Boscolo, storico direttore della rivista, in quella che fu una sede della testata, il Parco del Po torine-se, nell'area attrezzata delle Vallere.
Fui la prima tirocinante ospitata in redazione: una pratica, quella dei tirocini che per fortuna è andata avanti negli anni e che ha visto passare tanti giovani studenti, naturalisti, ricercatori, o aspiranti giornalisti, impallinati di 'natura'. Uno scambio ancora oggi decisamente appagante.

Correva l'anno 2000: una fase in cui la politica dei parchi poteva contare su risorse economiche importanti e in cui la politica ambientale, in genere, destava interesse nell'opinione pubblica.
Fui davvero fortunata: da quel tirocinio, prese avvio una collaborazione che non è mai smessa, e che oggi mi porta a dirigere questa testata che è stata (e mi auguro sarà ancora) uno spazio importante di discussione sui parchi, e sui temi naturalistici più in generale.

Una storia, quella di Piemonte Parchi, che oggi vanta più di trent'anni di storia - il primo numero fu pubblicato nel 1983 - dove hanno avuto (e hanno) un ruolo importante i componenti della redazione, i direttori che si sono avvicendati nella responsabilità della testata, e penso a Gianni Boscolo ed Enrico Camanni, i vari collaboratori e fotografi (!), ma soprattutto i colleghi delle aree protette che li rendono possibili i parchi, grazie a un lavoro che è quotidiano e quei Lettori che non hanno mai smesso di leggerci.

Un tempo, quando eravamo di carta, Piemonte Parchi contava circa 7mila abbonati: lo stesso numero di iscritti che oggi ha la nostra newsletter. Un pubblico costante, quindi (probabilmente non sempre lo stesso) che ci segue anche dopo il 'salto' - sofferto ma inevitabile - sul web. E che ci legge, considerata l'alta percentuale degli iscritti a Piemonte Parchi News che apre la newsletter (e non soltanto la riceve).
Un interesse che coincide con la maggiore sensibilità sul tema della perdita di biodiversità che le persone dimostrano, in generale, secondo l'ultimo rapporto sul 'Benessere equo e sostenibile' 2016 dell'Istat.

Negli ultimi anni, l'estensione della superficie delle aree naturali protette in Italia non ha subito modifiche rilevanti, anche se è in aumento nell'ultimo decennio. Anche i territori inclusi in Rete Natura 2000 non registrano variazioni, attestandosi al 19,3%, valore comunque superiore alla media europea (18,4%): un'Europa dove i parchi resterebbero sulla 'carta', secondo un recente rapporto del WWF, a causa di inadempimenti degli Stati membri, lungaggini burocratiche, per colpa di attività illegali e i tanti sistemi inventati per aggirare 'legalmente' le norme di tutela.

Eppure, i parchi rappresentano - da sempre - una grande opportunità per il territorio: incentivano il turismo, stimolano le attività economiche locali, tutelano la biodiversità. Non l'abbiamo ancora capito?
Forse siamo portati a dare ogni giorno più attenzione a problemi che consideriamo più vicini, come l'inquinamento, il traffico, i rifiuti. Eppure, come ben spiega lo Stato dell'Ambiente dell'Ispra 2016 - la biodiversità che gli Enti parco tutelano è importante in quanto  fonte di beni, risorse e dei cosiddetti servizi ecosistemici come: la fornitura di cibo, di combustibili, la purificazione dell'aria e dell'acqua, la stabilizzazione del clima... Tutti fattori indispensabili per la sopravvivenza e per l'economia dei territori.

Ho provato a generare, nell'immagine che vedete in alto, la Tag cloud di questo articolo. Parole come parchi, piemonte, biodiversità, ambiente, lettori... sono quelle più in vista e verosimilmente sono le stesse degli articoli pubblicati, nel tempo, sulla nostra testata. In nome e per conto di quella divulgazione che ha sempre contraddistinto Piemonte Parchi e che ha alimentato un rapporto stretto, sincero - e anche critico! - con i nostri Lettori.

L'importanza della biodiversità è un concetto che continueremo a divulgare sulle nostre pagine web: ci piacerebbe però condividerlo con la nostra Community.  Ovvero con chi ci segue sulla nostra pagina Facebook, chi ci menziona su Twitter o su Instagram e Pinterest. Perchè se i parchi sono un'esperienza da condividere, Piemonte Parchi oggi diventa più 'social' !

E quindi: cos'è per voi la biodiversità? E qual è il suo valore? Una gita in un parco? Un sentiero scoperto da poco? Una esperienza da raccontare?

Aspettiamo i vostri racconti! :-) per scrivere insieme quella fantastica storia che la Natura e i Parchi ci offrono ogni giorno.

#piemonteparchi #storytelling

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