Il Piemonte è la regione italiana con la massima biodiversità vegetale e si trova all'interno del primo Paese europeo per ricchezza di specie vegetali e secondo nella regione Mediterranea solo alla Turchia. L'eccezionalità piemontese - evidenziata dallo studio sulle relazioni tra cambiamenti climatici e biodiversità vegetale - è resa possibile dalla grande estensione territoriale con gradienti elevati sia in latitudine che in altitudine, oltre che dalla presenza di tre regioni biogeografiche (aree individuate dall'Unione europea e caratterizzate da determinate specie vegetali e animali, che vi sono presenti in virtù di particolari fattori geografici, climatici, geologici, biologici e storici). Le tre regioni biogeografiche che connotano il Piemonte sono quella alpina, continentale e mediterranea.
Consapevole di questa sua eccezionale risorsa naturale, la Regione Piemonte si è attivata da diversi decenni per la sua tutela, ora più che mai necessaria per far fronte alla minaccia di un clima che è in cambiamento in maniera tanto repentina.
Le recenti evoluzioni del clima in Piemonte
L'ultimo decennio è stato il più caldo, a livello globale, di quanto sia mai stato registrato finora (NOAA - National Oceanic and Atmospheric Administration, 2020). In Piemonte, la tendenza al riscaldamento è ancora più marcata, raggiungendo solo negli ultimi 30 anni un aumento di 2,1°C per le massime e di 1,5°C per le minime (Arpa Piemonte - Agenzia Regionale Protezione Ambiente, 2019), mostrando trend ancora più preoccupanti nelle aree ad alta quota.
Per contrastare l'emergenza climatica sono dunque necessarie azioni di mitigazione e adattamento a tutti i livelli: sovranazionale, nazionale e subnazionale. In Italia, sono molteplici le Regioni che hanno adottato o stanno lavorando a una specifica Strategia, utilizzando metodologie piuttosto differenti tra loro.
La Strategia sul cambiamento climatico della Regione Piemonte
Nel 2017 anche la Regione Piemonte si è formalmente impegnata per la redazione della Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico (SRCC), che guiderà il territorio piemontese verso la riduzione delle emissioni di gas serra e della vulnerabilità dei sistemi naturali e socioeconomici. A fine novembre 2020, la Giunta Regionale ha poi approvato il Documento di Indirizzo "Verso la Strategia regionale sul cambiamento climatico".
La Strategia prenderà in considerazione molteplici settori impattati dal cambiamento climatico, tra cui quello riguardante "Biodiversità ed ecosistemi". Quest'ultimo è stato analizzato in uno studio che si è concentrato in particolare sulla componente "biodiversità vegetale". La stretta relazione tra crisi climatica e crisi della biodiversità ha, infatti, reso necessario affrontarle in modo congiunto. Se da una parte i cambiamenti climatici influenzano e minacciano la diversità biologica, impattandola in modo irreversibile, dall'altra quest'ultima fornisce un contributo chiave alla mitigazione, tramite l'assorbimento e lo stoccaggio della CO2, e all'adattamento, riducendo i rischi legati agli eventi estremi.
La metodologia utilizzata
Il settore "Ecosistemi terrestri" è il primo della Strategia Regionale a essere analizzato; perciò, è stato necessario mettere a fuoco una metodologia di lavoro ad hoc per studiare la biodiversità, in particolare quella vegetale. È stato innanzitutto elaborato un quadro conoscitivo sulla biodiversità vegetale in Piemonte, così da mettere a fuoco a livello qualitativo e quantitativo la matrice analizzata. Successivamente è stato definito il framework concettuale su cui basarsi, rifacendosi ai principali documenti di riferimento, in primis quelli dell'IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change. Sono perciò stati indagati gli impatti e i relativi pericoli, vulnerabilità e rischi della biodiversità vegetale a fronte dei cambiamenti del clima. Parallelamente, si è rivelato necessario avanzare delle misure di adattamento e (in misura minore) di mitigazione, riguardanti il settore stesso. I concetti sono poi stati declinati per il caso studio, partendo dalla letteratura di riferimento, per poi delineare un quadro più completo grazie al confronto con gli esperti. In particolare, per definire al meglio gli impatti a livello regionale sulla biodiversità vegetale, è stato organizzato un tavolo di confronto con oltre 50 esperti in materia di biodiversità vegetale di molteplici enti. I partecipanti hanno anche potuto avanzare delle misure ritenute significative per la strategia. I risultati sono poi stati rielaborati nell'ambito dello studio che ha decretato il Piemonte quale regione italiana con la massima biodiversità vegetale.
Gli impatti del cambiamento climatico
Gli impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità piemontese sono già molteplici. Durante il tavolo di confronto con gli esperti sono stati individuati 35 impatti specifici e poi riorganizzati nelle seguenti macrocategorie: aumento dei danni fisici causati direttamente da sorgenti di pericolo; modifiche della distribuzione spaziale di specie e habitat in senso altitudinale e latitudinale; modifiche della composizione specifica delle comunità e delle interazioni interspecifiche; modifiche della fenologia, essendo l'andamento riproduttivo e vegetativo delle piante strettamente connesso alle condizioni climatiche; modifiche di alcuni processi fisiologici; alterazione dei servizi ecosistemici a causa delle modifiche della funzionalità delle specie vegetali e degli habitat causate dai cambiamenti del clima; maladattamenti al cambiamento climatico impattanti per la biodiversità vegetale.
Le misure per mitigare e adattare
Una volta definiti gli impatti e le relative componenti, è stato possibile proporre delle misure da avanzare all'interno della Strategia piemontese. Sono state elaborate un totale di 55 proposte provenienti dagli esperti coinvolti nel tavolo di lavoro che sono poi state riorganizzate in macrocategorie: informazione e sensibilizzazione, pianificazione politiche e regolamenti, coordinamento intersettoriale, contrasto dei danni fisici, conoscenza e monitoraggio, conservazione in situ ed ex situ, gestione delle specie esotiche, gestione dei patogeni, mantenimento dei servizi ecosistemici, prevenzione dei danni causati da incendi boschivi e disincentivo ai maladattamenti.
La maggior parte delle misure avanzate sono finalizzate a diminuire la vulnerabilità della biodiversità vegetale al cambiamento climatico (misure adattative). Molte fra queste, inoltre, hanno anche un carattere mitigativo, e solamente una è esclusivamente finalizzata alla mitigazione.
La collaborazione tra comunità scientifica e amministratori locali – costruita nell'ambito del progetto di Tesi – ha posto le basi per la costruzione di un documento strategico condiviso e approfondito sulla parte legata alla biodiversità vegetale. Il contrasto al cambiamento climatico necessita, infatti, di un approccio multidisciplinare che incentivi il confronto tra molteplici realtà, spesso anche "distanti".