Stampa questa pagina

Tutti possiamo fare qualcosa per il clima

Alcuni parchi piemontesi lo stanno già facendo, come quelli coinvolti nel progetto CclimaTT che si pone l'ambizioso obiettivo di aumentare le conoscenze sugli effetti dei cambiamenti climatici nei territori interessati, per poi divulgarli al vasto pubblico e attivare così una serie di comportamenti virtuosi. E Greta Thunberg, la giovane attivista svedese impegnata nel movimento #FridaysForFuture #ClimateStrike insegna che è possibile.

  • Emanuela Celona
  • Marzo 2019
  • Lunedì, 11 Marzo 2019
 (Foto Pixabay) (Foto Pixabay)

 

Si chiama CclimaTT e sta per Cambiamenti Climatici Nel Territorio Transfrontaliero. Cominciato nel 2017, durerà fino al 2020 ed è un progetto destinato ad approfondire le tematiche legate al cambiamento climatico nell'area transfrontaliera Italia – Francia che coinvolge i Parchi nazionali Mercantour ed Ecrins in territorio francese mentre, per l'Italia, l'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime, il Parco fluviale Gesso e Stura (capofila del progetto) e l'area delle Colline del Barolo ricadente nel Sito UNESCO Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e di Monferrato.

Con un budget totale di 1.562.867,80 euro, il progetto si pone l'obiettivo di aumentare le conoscenze relative agli effetti dei cambiamenti climatici sui territori interessati per poi divulgarne i contenuti al vasto pubblico, in modo da attivare una serie di comportamenti virtuosi: probabilmente la sfida più interessante.

I cambiamenti climatici sono, infatti, entrati nell'immaginario collettivo e nella percezione quotidiana, ma spesso sono visti come elementi trascendenti, su cui non si ha un diretto potere d'intervento. "Quel che deve succedere, succederà" è un atteggiamento ancora largamente diffuso e molto pericoloso.
Gli Enti - partner del progetto, invece, hanno maturato la decisione di impegnarsi per migliorare la propria conoscenza sui cambiamenti climatici e, di conseguenza, la volontà di sensibilizzare le popolazioni locali verso azioni di contenimento e resilienza attraverso la messa in pratica di processi virtuosi di cittadinanza attiva. Il monito condiviso? Tutti possiamo fare qualcosa per il clima.

Tutti possiamo fare qualcosa per il clima

Lavorando sul concetto che anche le piccole comunità locali siano in grado di influenzare i cambiamenti climatici, il progetto incentiva l'adozione di comportamenti virtuosi a livello locale, per incidere in un miglioramento globale. Qualche esempio? Non è corretto pensare che le Alpi siano vittime innocenti del cambiamento climatico, ma è invece 'responsabile' conoscere quei dati che testimoniano un consumo energetico pro-capite in area alpina superiore del 10% rispetto alla media europea. Quindi risparmiare sul consumo energetico, a livello locale, può fare bene alle nostre Alpi, a livello globale.

Cos'è la cittadinanza attiva

Ridurre il consumo energetico è uno degli esempi in cui ciascuno di noi può impegnarsi per raggiungere un risultato collettivo. Alla base, deve esserci una buona conoscenza degli effetti climatici e opportuni strumenti di comunicazione per divulgare questa conoscenza nel modo più appropriato.
Per questo, il progetto Interreg Alcotra CclimaTT intende realizzare una "cellula" di operatori dei CEAT (Centri Educazione Ambientale Transfrontalieri) con competenze specifiche sul clima che possano essere un punto di riferimento per tali attività, a partire dalla cellula "transfrontaliera" di educazione ambientale del Parco Europeo Alpi Marittime-Mercantour.

Oltre la cittadinanza attiva

La cittadinanza attiva è uno degli obiettivi del progetto, conseguente a quella conoscenza e divulgazione diffusa e condivisa. Conoscere, ovvero accrescere il sapere sui processi del cambiamento climatico, in un'ottica di resilienza sia da parte dei soggetti istituzionali, sia della cittadinanza comune. Comunicare, nel senso di veicolare tutta la competenza acquisita.

Gli strumenti da utilizzare sono molteplici. Dalla realizzazione di studi scientifici sulle serie storiche di dati climatici, ad approfondimenti su specie e habitat; dalla definizione di scenari climatici alla valutazione degli impatti sui diversi settori socioeconomici territoriali, solo per fare qualche esempio. E per andare sul concreto, 'comunicare' la conoscenza sugli effetti del clima, può significare anche acquistare, o noleggiare da parte dei partner del progetto, mezzi di trasporto elettrici marchiati con il logo ClimaTT a testimoniare buone pratiche, che vanno oltre i confini promozionali.

Gli effetti del clima sulla flora e sulla fauna

Gli studi di settore ci raccontano come le specie vegetali e faunistiche siano particolarmente sensibili alle mutazioni climatiche: i processi fisiologici delle piante risentono delle mutazioni della temperatura media, anche quando queste sono di entità minima mentre dal 1500 a oggi, le specie animali estinte contano 79 mammiferi, 145 uccelli e 36 anfibi (dati ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Il riscaldamento attuale produce conseguenze nel mondo vegetale sia dirette, con anticipazione delle fioriture o variazioni nella crescita, sia indirette, attraverso per esempio la riduzione della copertura nevosa o dell'umidità del suolo. Le temperature elevate insieme con le siccità prolungate possono ridurre la capacità fotosintetica delle piante e il loro assorbimento di anidride carbonica. Come se ciò non bastasse, nella fascia mediterranea i rischi di estinzione delle specie vegetali e di variazione della struttura di comunità sono elevati, così come quelli di variazioni della distribuzione della flora e delle foreste, di maggiore intensità degli incendi e di aumento dei fenomeni erosivi.
Per gli ambienti alto-montani con clima alpino si rilevano cambiamenti nella composizione e nella struttura delle comunità vegetali, fino allo spostamento di specie verso quote più elevate.

Parallelamente, il riscaldamento globale favorisce le migrazioni della fauna: le libellule sono ormai presenti anche in alta montagna, le zanzare tigre si sono adattate alle nostre latitudini, l'istrice è arrivata sulle colline piemontesi. Alcune varietà autoctone risentono pesantemente dei cambiamenti climatici in corso, come i lepidotteri e le api, in molti casi rimaste senza nutrimento. Le cause sono molteplici e il cambiamento climatico è una di queste.

Per queste ragioni, il progetto CClimaTT sono previsti studi specifici su indicatori alpini e collinari collegabili al cambiamento climatico: in modo particolare, parte della ricerca focalizzerà i rischi e le possibili modalità di adattamento per alpeggi e paesaggi vitivinicoli in ambito vegetale, mentre in ambito faunistico sono previsti studi specifici su alcune specie locali, tra cui: api, lepre variabile e pernice bianca.

Ora tocca a te! Com'è cambiato il territorio in cui vivi?

Nella ricerca finalizzata a comprendere il livello di conoscenza sul tema dei rischi legati ai cambiamenti climatici, saranno coinvolti diversi attori locali: dagli stakeholder – albergatori, ristoratori, maestri di sci, guide alpine, agricoltori, allevatori, epidemiologi, allergologi, medici generici, piccoli e medi imprenditori – al vasto pubblico che, tramite un questionario online, potrà misurare la propria impronta ecologica e ricevere suggerimenti sui comportamenti da modificare. Ma non è tutto.
Già adesso, sul sito del progetto, c'è una sezione dedicata a coloro che sono in possesso di una testimonianza sul cambiamento climatico avvenuto sul proprio territorio, ambito del progetto.
L'intenzione è creare una biblioteca virtuale dei cambiamenti climatici e renderla pubblica per sensibilizzare la comunità piemontese su quanto il fenomeno incida già concretamente nei nostri luoghi.
La testimonianza può essere costituita da una foto, un video, un disegno, un quadro, un testo descrittivo o altro ancora, e deve ben evidenziare l'impatto del fenomeno sui luoghi prescelti (possibilmente in comparazione).

Ad esempio, l'immagine di un ghiacciaio, di specie animali o vegetali in altitudini differenti, di rocce che si sono sgretolate, oppure un torrente ormai in secca da anni, sono esempi che dimostrano visivamente il cambiamento climatico in atto, e le tracce sono già evidenti anche nei nostri territori. Basta fermarsi, osservarle, e raccontarle.
Perché tutti noi possiamo fare qualcosa per il clima e con il progetto ClimaTT i nostri parchi naturali sono in prima linea.

Questo articolo è liberamente tratto dalle informazioni contenute sul sito ufficaile del Progetto Interreg Alcotra CclimaTT

Per saperne di più

Il sito ufficiale del progetto
Il progetto in sintesi

Il 15 marzo 2019 è #FridaysForFutureitaly #ClimateStrike

Il 15 marzo è in programma il primo appuntamento mondiale di #FridaysForFutureitaly #ClimateStrike: gli Enti di gestione delle Aree protette piemontesi raccolgono la sollecitazione studentesca e parteciparanno virtualmente all'iniziativa: non perdete di vista i profili social di Piemonte Parchi su Facebook  Twitter  Instagram

Il discorso della giovane attivista svedese - Greta Thunberg - a Katowice per il COP24. 

 

Potrebbe interessarti anche...

Il 2023 in Piemonte è stato un anno caratterizzato dall'alternanza di siccità e alluvioni, temp ...
Gli effetti del cambiamento climatico non risparmiano gli ecosistemi di alta quota e le specie di ...
In Piemonte la stagione invernale 2022/2023 ha fatto registrare una carenza di neve significativa ...
Di cambiamento climatico sentiamo parlare in continuazione, spesso e volentieri in maniera appros ...