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L'Europa deferisce l'Italia per la qualità dell'aria

Insieme a Francia, Germania, Ungheria, Romania e Regno Unito, la Corte europea ha deferito anche il nostro Paese alla Corte di giustizia UE per il mancato rispetto dei valori limite stabiliti per la qualità dell'aria e per aver omesso di prendere misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento.

  • Redazione
  • Maggio 2018
  • Martedì, 22 Maggio 2018
 (Disegno Pixabay) (Disegno Pixabay)

La Commissione difende il diritto degli europei a respirare aria pulita, offrendo agli attori nazionali, regionali e locali assistenza pratica per migliorare la qualità dell'aria in Europa e interviene più energicamente nei confronti di 7 Stati membri che hanno violato le norme dell'UE in materia di inquinamento atmosferico e di omologazione delle autovetture.

Così si potrebbe sintetizzare il comunicato stampa della Commisione europea diramato lo scorso 17 maggio che sottolinea la necessità di intensificare la cooperazione con gli Stati membri, avviando nuovi "dialoghi sull'aria pulita" con le autorità competenti e utilizzando i finanziamenti dell'UE per sostenere le misure volte a migliorare la qualità dell'aria.

Insieme al deferimento di Francia, Germania, Ungheria, Italia, Romania e Regno Unito, la Commissione ha inoltre inviato lettere di costituzione in mora complementari a Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito per aver violato le norme dell'UE in materia di omologazione dei veicoli.

Le miisure europee di lotta contro l'inquinamento atmosferico

Le misure proposte dalla Commissione si fondano su tre pilastri principali: norme sulla qualità dell'aria; obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni e norme in materia di emissioni per le principali fonti di inquinamento, ad esempio per le emissioni degli autoveicoli e delle navi e quelle del settore energitico e dell'industria.

Per contrastare le emissioni di inquinanti atmosferici generate dal traffico la Commissione rafforzerà ulteriormente la propria collaborazione con le autorità nazionali, regionali e locali per giungere a un approccio comune integrato alla regolamentazione dell'accesso degli autoveicoli alle aree urbane, nel quadro dell'agenda urbana per l'UE.

Inoltre, la Commissione ha condotto un'ampia riforma, in modo da garantire che le emissioni di inquinanti atmosferici dei veicoli siano misurate in condizioni reali di guida.

Gli Stati membri deferiti alla Corte

La Commissione sta adottando misure per affrontare i gravi e persistenti superamenti dei valori limite per le due principali sostanze inquinanti che incidono sulla salute: il biossido di azoto, per lo più causato del traffico stradale e dall'industria, e il particolato, che è presente soprattutto nelle emissioni dell'industria, del riscaldamento domestico, del traffico e dell'agricoltura.

La Commissione ha deciso di deferire Francia, Germania e Regno Unito alla Corte di giustizia dell'UE per il mancato rispetto dei valori limite per il biossido di azoto (NO2), e per aver omesso di prendere le misure appropriate per ridurre al minimo i periodi di superamento. Ungheria, Italia e Romania sono state deferite alla Corte di giustizia per via dei livelli costantemente elevati di particolato (PM10). I limiti stabiliti dalla legislazione dell'UE sulla qualità dell'aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) dovevano essere raggiunti rispettivamente nel 2010 e nel 2005.

Questa iniziativa fa seguito a un vertice ministeriale sulla qualità dell'aria, convocato dal Commissario Vella il 30 gennaio 2018, come ultimo sforzo per trovare soluzioni atte a contrastare il grave problema dell'inquinamento atmosferico in nove Stati membri. I 6 Stati membri in questione non hanno presentato misure credibili, efficaci e tempestive per ridurre l'inquinamento entro i limiti concordati e quanto prima possibile, come richiesto dalla normativa dell'UE. La Commissione ha pertanto deciso di procedere con un'azione legale.

L'Italia infrange le regole anche per la mancata omologazione dei veicoli a motore

La Commissione sta prendendo ulteriori iniziative nell'ambito delle procedure di infrazione contro 4 Stati membri per aver violato le norme dell'UE in materia di omologazione dei veicoli a motore. La Commissione ha deciso di inviare ulteriori lettere di costituzione in mora a Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito.

La legislazione dell'UE in materia di omologazione impone agli Stati membri di disporre di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive per scoraggiare i fabbricanti di automobili dal violare la legge. Laddove si verifichi una tale violazione, ad esempio tramite il ricorso ad impianti di manipolazione per ridurre l'efficacia dei sistemi di controllo delle emissioni, occorre mettere in atto misure correttive, quali i richiami, e applicare sanzioni (articoli 30 e 46 della direttiva 2007/46 e l'articolo 13 del regolamento n. 715/2007).

Ricordate la storia della Volkswagen?

La Commissione ha aperto una procedura di infrazione contro Germania, Lussemburgo e Regno Unito nel dicembre 2016 relativa al gruppo Volkswagen e ha inviato lettere complementari di costituzione in mora nel luglio 2017 richiedendo ulteriori chiarimenti. Poco dopo, la Commissione ha inviato altre lettere di costituzione in mora per chiedere maggiori informazioni sulle inchieste e i procedimenti giudiziari nazionali relativi a tali infrazioni. Inoltre, in seguito alla scoperta di nuovi casi di irregolarità nella gestione dei motori in diversi veicoli diesel (veicoli Porsche Caienna, Volkswagen Touareg e Audi A6 e A7), la Commissione ha chiesto alla Germania e al Lussemburgo, in quanto autorità di omologazione competenti, quali misure correttive e sanzioni siano previste e al Regno Unito sono stati chiesti chiarimenti sulla legislazione nazionale in merito.

Ma veniamo all'Italia. Nel maggio 2017 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese per il mancato adempimento degli obblighi derivanti dalla normativa dell'UE in materia di omologazione dei veicoli da parte di Fiat Chrysler Automobiles. Nel frattempo, l'Italia ha adottato misure correttive ordinando al gruppo Fiat Chrysler Automobiles di effettuare un richiamo obbligatorio nell'Unione europea. Oggi, nel quadro dell'attuale scambio, la Commissione ha richiesto informazioni supplementari sulle concrete misure correttive adottate e le sanzioni applicate.

Gli Stati membri dispongono ora di due mesi di tempo per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione; in caso contrario, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Com'è la qualità dell'aria in Europa?

Nell'Unione europea, la qualità dell'aria è generalmente migliorata negli ultimi decenni, spesso grazie agli sforzi comuni dell'UE e delle autorità nazionali, regionali e locali. Tuttavia, la qualità della vita di molti cittadini dell'UE continua ad essere messa a repentaglio in modo inaccettabile. L'inquinamento atmosferico provoca direttamente malattie gravi e croniche come asma, problemi cardiovascolari e cancro ai polmoni.

I deferimenti odierni riguardano i superamenti delle norme sulla qualità dell'aria e, per quanto riguarda il nostro Paese, il problema più grosso è riferito al Particolato (PM10). In Italia, infatti, in 28 zone di qualità dell'aria, comprese le regioni Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, i valori limite giornalieri sono stati costantemente superati, arrivando nel 2016 fino a 89 giorni. 

Per saperne di più, scarica la scheda informativa (in inglese).

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