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L’isola di San Giulio location dell'ultimo film di Tornatore

Nell'isola del lago d'Orta è ambientata "La corrispondenza" del grande regista Giuseppe Tornatore - premio Oscar 1990 per il film 'Nuovo cinema Paradiso'

  • E. M.
  • febbraio 2016
  • Lunedì, 1 Febbraio 2016
L’isola di San Giulio location dell'ultimo film di Tornatore

Un paesaggio è uno stato d'animo (Henri-Frédéric Amiel)

Il paesaggio non è il protagonista, ma la suggestione e bellezza dell'Isola di San Giulio sul lago d'Orta sono un lineamento fondamentale del film. "La corrispondenza" del regista Giuseppe Tornatore, appena uscito nelle sale dei cinema italiani. Il film non è un documentario e racconta l'intreccio di vicende e di sentimenti umani, recitate magistralmente da attori di calibro internazionale (Jeremy Irons e Olga Kurylenko). Il contesto ambientale in cui la storia si svolge è però intimamente legato al tessuto narrativo; perciò lo scenario dell'isola, carico di fascino e atmosfera, si amalgama alla narrazioine e rimane vivamente impresso negli occhi e nel cuore dello spettatore.
Iniziate nella scorsa primavera, le riprese del film sono proseguite per 10 settimane toccando località del nord Italia, Scozia ed Inghilterra. La proposta della suggestiva location dell'isola di San Giulio (che nel film diventa 'Borgo Ventoso', un paesino immaginario del Portogallo), si deve all'architetto/scenografo Maurizio Sabatini, come ha ricordato in una recente intervista Giuseppe Tornatore: "circa tre anni fa, sono stato all'Isola Bella sul lago Maggiore per il convegno di una multinazionale, invitato a parlare dei miei film. Avevo visto questa isoletta in mezzo al lago e quando abbiamo cominciato a cercare le location per 'La corrispondenza' ne ho parlato al mio scenografo, lui è venuto a vedere la zona e abbiamo poi scelto San Giulio: la ricerca della casa è stata assai faticosa, anche perchè in inverno la zona è deserta e rintracciare i proprietari delle case vuote non è facile. In questa operazione il ruolo della Film Commission è stato fondamentale".

Già negli anni Settanta del Novecento l'isola di San Giulio fu utilizzata come scenario di fondo in campo lettarario. Su questa stretta lingua di terra circondata dalle acque del lago di origine glaciale, lo scrittore Gianni Rodari  ambientò il romanzo breve "C'era due volte il Barone Lamberto ovvero I misteri dell'isola di San Giulio", una simpatica e intrigante novella per ragazzi che ebbe notevole successo di pubblico e fu tradotta in 11 lingue. L'isola viene poi nominata più volte nel romanzo di Umberto Eco "Numero zero" (pubblicato nel 2015) che descrive anche il prospicente Sacro Monte do Orta dedicato a San Francesco e si conclude con la frase 'L'isola di San Giulio sfolgorerà di nuovo nel sole'.

L'isola di San Giulio dista 400 metri dalla riva, ha un perimetro di 650 metri (lunghezza: 275 m; larghezza: 140 m) ed abitata permanentemente solo da pochissime famiglie. La superficie è quasi interamente occupata dalla basilica di San Giulio dove si conservano preziose testimonianze storiche e artistiche e dall'abbazia Mater Ecclesiae. Dal 1973, nell'abbazia vivono un'ottantina di monache di clausura benedettine, che contribuiscono a mantenere viva la tradizione di san Guglielmo da Volpiano, nato proprio sull'isola più di mille anni fa, che favorì la diffusione del monachesimo in Europa. Oggi nell'abbazia si svolgono ricerche e studi su testi antichi e traduzioni ed è praticata la pittura per la produzione di icone.

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